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28 giugno 2010

Va bene va bene così - la migliore di sempre


intanto che noi giocavamo a bruciare il futuro che non conoscevamo e che già ci attendeva...
La migliore di sempre...
la chitarra maledetta e disperata...
poesia ed inganno della vita vera, magia e ricamo,
dall'esilio
dal confino
ancora rubo al destino cieco
che tant'altro m'ha rubato.

08 giugno 2010

Racconto - Rinascere - concorso Scuola Holden

Partecipo al conocorso Muller- Scuola Holden. Questo è l'incipit assegnato:
Stamattina si è svegliata presto.
Un misto di ansia e gioia ha mosso tutti i suoi gesti: ha fatto il caffè
e per sbaglio ha versato un po’ di zucchero nel lavandino.
Non le è importato.
Il giornale era ancora sul tavolo e quando si è girata per prenderlo ha alzato gli occhi sulla finestra e ha visto la neve.
Si è avvicinata al vetro: una pioggia gelata, bianca, cadeva nel cortile a fiocchi spessi.
Non è riuscita a smettere di guardare.
Qualcosa ha cominciato a sciogliersi dentro di lei e a scorrerle lungo le braccia, le gambe.
Un po’ alla volta tutto è diventato nuovo, anche lei.
E non è che non abbia sentito il frastuono che viene dall’altra stanza.
Solo, non vuole muoversi, andare di là.
Si sente rinata ed è contenta di averlo fatto.


Ed ecco come come ho continuato il racconto ( frammento ).

07 giugno 2010

La storia siamo noi - Quando riesce la carambola impossibile



La storia siamo noi, nessuno si senta offeso, siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare, questo rumore che rompe il silenzio,
questo silenzio così duro da masticare.
E poi ti dicono "Tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera".
Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera.
Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone, la storia entra dentro le stanze, le brucia, la storia dà torto e dà ragione.
La storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere, siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere.
E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia) quando si tratta di scegliere e di andare,
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, che sanno benissimo cosa fare.
Quelli che hanno letto milioni di libri insieme a quelli che non sanno nemmeno parlare, ed è per questo che la storia dà i brividi, perchè nessuno la può cambiare.
La storia siamo noi, siamo noi padri e figli, siamo noi, bella ciao, che partiamo.
La storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano.
La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano.

03 giugno 2010

Infangami pure


Di ritorno dall’estero  tutto sembra più evidente, soprattutto la paresi facciale che ha colpito ogni uno degli italiani ormai: abituati a sorridere anche mentre vengono derubati, vituperati, presi in giro, umiliati, ridotti a servi serventi.
L’ultima l’ho vista l’altra sera, ospite in casa altrui, tra il dolce e le briciole sulla tavola, tv accesa per abitudine, purtroppo.
Ora per evitare di rispondere alle domande scomode sulla finanziaria più oscurata della storia iniziano ad utilizzare il refrein “parla lei che guadagna un sacco di soldi?" spostando l’attenzione dal merito del discorso alle ricchezze personali ( sempre altrui). 
Lo fanno pur essendo, loro, multimilionari. Senza più il senso, non dico del ridicolo, ma della vergogna.
Screditare le voci contrarie, come nei periodi più neri.
Additare gli altri per quello che guadagnano, in diretta Tv, per evitare una domanda, quando si è Ministri, è davvero ridicolo.
Anzitutto si nega la sola ipotesi che l’interlocutore sia pagato per ciò che vale, e per il valore che produce.
E' vile, poi, e pericoloso, perché nessuno può dirsi al riparo allora, ed il merito non conta più niente, perchè quando si comincia a decidere chi abbia diritto ad esprimere una opinione o abbia il diritto di porre delle domande ed ottenere delle risposte, la democrazia si riduce ad un vuoto esercizio di stile.
È ridicolo che a farlo, poi, siano titolari di studi legali, di  imprese e società che fatturano milioni di euro sulla base degli stessi provvedimenti che difendono come equi e necessari per il bene dell’italia. 
Anche in questo caso sarebbe facile, per una stampa libera, indagare.
Che pietà.
Adoperando poi il parametro “chi guadagna molto per il lavoro che fa non può dire cose giuste” il primo a dover stare zitto sempre sarebbe proprio quello che questo polpettone politico-mediatico-affaristico continua a riversare ad ogni ora sulle tavole degli italiani. Il più arricchito di tutti, e quello che paga il conto di un banchetto da cui nessuno pare mai alzarsi sazio.
Comunque  la si pensi, poi, sulla situazione mediatica italiana, è ridicolo che sia attaccata l’unica tv marcatamente d’opposizione che solo perché pubblica dovrebbe essere servente. 
Anche fosse davvero faziosa, anche se rappresentasse solo un 10 % degli elettori paganti il canone, dove sarebbe il problema? Ci sono tante altre voci, ed un telecomando.