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03 giugno 2010

Infangami pure


Di ritorno dall’estero  tutto sembra più evidente, soprattutto la paresi facciale che ha colpito ogni uno degli italiani ormai: abituati a sorridere anche mentre vengono derubati, vituperati, presi in giro, umiliati, ridotti a servi serventi.
L’ultima l’ho vista l’altra sera, ospite in casa altrui, tra il dolce e le briciole sulla tavola, tv accesa per abitudine, purtroppo.
Ora per evitare di rispondere alle domande scomode sulla finanziaria più oscurata della storia iniziano ad utilizzare il refrein “parla lei che guadagna un sacco di soldi?" spostando l’attenzione dal merito del discorso alle ricchezze personali ( sempre altrui). 
Lo fanno pur essendo, loro, multimilionari. Senza più il senso, non dico del ridicolo, ma della vergogna.
Screditare le voci contrarie, come nei periodi più neri.
Additare gli altri per quello che guadagnano, in diretta Tv, per evitare una domanda, quando si è Ministri, è davvero ridicolo.
Anzitutto si nega la sola ipotesi che l’interlocutore sia pagato per ciò che vale, e per il valore che produce.
E' vile, poi, e pericoloso, perché nessuno può dirsi al riparo allora, ed il merito non conta più niente, perchè quando si comincia a decidere chi abbia diritto ad esprimere una opinione o abbia il diritto di porre delle domande ed ottenere delle risposte, la democrazia si riduce ad un vuoto esercizio di stile.
È ridicolo che a farlo, poi, siano titolari di studi legali, di  imprese e società che fatturano milioni di euro sulla base degli stessi provvedimenti che difendono come equi e necessari per il bene dell’italia. 
Anche in questo caso sarebbe facile, per una stampa libera, indagare.
Che pietà.
Adoperando poi il parametro “chi guadagna molto per il lavoro che fa non può dire cose giuste” il primo a dover stare zitto sempre sarebbe proprio quello che questo polpettone politico-mediatico-affaristico continua a riversare ad ogni ora sulle tavole degli italiani. Il più arricchito di tutti, e quello che paga il conto di un banchetto da cui nessuno pare mai alzarsi sazio.
Comunque  la si pensi, poi, sulla situazione mediatica italiana, è ridicolo che sia attaccata l’unica tv marcatamente d’opposizione che solo perché pubblica dovrebbe essere servente. 
Anche fosse davvero faziosa, anche se rappresentasse solo un 10 % degli elettori paganti il canone, dove sarebbe il problema? Ci sono tante altre voci, ed un telecomando.
 

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