VITA (35) ITALIA (24) TALENTO (22) SONG (20) RIVOLUZIONE (17) BOOK (14) LE PAGINE MIGLIORI (10) POESIA (10) TRIP (10) PERSONAL (9) BOTTEGA DI NARRAZIONE (6) LEZIONI d'ITALIA (5) READING (4) J (3)

10 dicembre 2010

Wesley Snipes in carcere per EVASIONE FISCALE

3 anni di Carcere... per evasione fiscale...che sia lotta all'evasione questa????..... promise land...

Democrazie: note per una possibile rivoluzione

"Abbiamo portato una nuova moralità" S.B.

IO una proposta rivoluzionaria ce l'avrei...


Forse non proprio Nuova:

ART 3 - Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

06 dicembre 2010

In queste tasche sfonde

C’è forse la mia vita in queste tasche sfonde,
che il meglio hanno avuto e si son perse.
Di tutto quel che ho gettato,
o regalato,
o che ho lasciato cadesse via da me,semplicemente,
m’ è rimasto il vuoto,
e questo strano vizio di tenere tutto e di non avere niente,
di lasciar andare ma non mollare davvero mai,
di sgranar rosari che s’allungano s’allungano s’allungano,
e finir non sanno.

La porta d’ombra,
il letto sfatto,
libri dalle pagine piagate sul comodino,
nelle fessure è già luce, e giorno, e io dovrò uscire.
Tu ti volti
e mi osservi muta, in quel modo,
come da dentro,come fossi un ricordo,
e taci.

Ride il cielo di nuvole e sole,
ho nuove mille cose da dirti
e pagine da attraversare,
poi infilo la mano ed ogni cosa s’è già persa
in queste tasche sfonde.


03 dicembre 2010

MASTER CLINT - Show don't tell - Lezione 1228

Io ho un divano scomodo. L'aspetto positivo è che non ci si addormenta neanche in quelle sere, come ieri, in cui si è davvero alla frutta. Allora: cena, faccende, zapping TV.
RAI3, Million dollar baby. Fine dello Zapping.
Film incredibile. Sceneggiatura meravigliosa. Regia pulita.
L'ho visto e rivisto, eppure......Lezione 1228 di Clint.

Siamo al punto in cui Maggy, grazie ad una vita di stenti, allenamenti durissimi, e le prime vittorie, ha messo da parte qualche soldo con cui ha acquistato una casa a sua madre, senza dirglielo, e chiede a Frank, dato che sono nei paraggi, di accompagnarla a casa sua per consegnare questo enorme regalo alla madre.
Frank accetta.
Arrivano alla casa. La madre e la sorella di Maggy la snobbano, la umiliano, la insultano e deridono, non ostante siano persone alla deriva e il regalo sia enorme. La scena è quasi stomachevole.
Frank è silente, Maggy accenna una reazione trattenuta, salgono in auto e se ne vanno. Maggy è umanamente sconfitta, ed anche un panzer come lei accusa il colpo. Frank, per quanto duro e apparentemente inscalfibile è evidentemente toccato dalla sofferenza della ragazza.
Fin qui il film ha svelato solo le apparenze della vita dei due protagonisti, ora cambia registro e trascina lo spettatore nel profondo dei personaggi, nella dark side, tra le ferite e le sofferenze più private.
LEZIONE: Fermo ad un distributore, Frank lava il vetro dell'auto mentre aspetta di terminare il rifornimento.
L'inquadratura è centrata su Maggy, seduta al lato passeggero, ma comprende anche Frank fuori dall'auto e chino sul parbrezza. Frank bagna il vetro.
L'immagine di Maggy è un po' filtrata dall'acqua.
Frank passa la spazzola e l'immagine di Maggy diventa nitida, pulita. Lui la osserva, e lei è triste, immobile, indifesa, scossa, ferita, "al tappeto".
In una scena, potenzialmente banale e da taglio in fase di montaggio ( benzina e lavaggio vetro), la metafora di un momento fondamentale: Frank ha conosciuto la famiglia di Maggy, lo squallore, la aridità  affettiva, umana e  materiale da cui con sforzi enormi lei sta riuscendo a riscattarsi.
Frank ne ha compassione. Ha tolto il velo ( d'acqua nella traduzione cinematografica) e "vede" nitidamente chi e cosa è Maggy; le sue debolezze più intime e private. "Pulisce" l'immagine da bulldozer inarrestabile.
Di lì a poco Frank arriverà a coinvolgersi completamente nella storia di Maggy: 
Lei- ho solo lei al mondo.
Lui- puoi contare su di me.
Frase che solo pochi minuti prima era impossibile anche solo da immaginare dato il punto di partenza della storia. Parole che dette da un uomo schivo, e ritroso ad ogni contatto umano pesano e peseranno nel proseguio del film.

In una immagine mille significati.
Grande insight
Grande preparazione del Background
Grande Turning point
Grande Arco del personaggio.

Grande Clint. Lezione n° 1228 del maestro.
Uno dei pochi registi/attori che potrei seguire anche su un divano comodo, in una sera in cui sono alla frutta, senza mai prendere sonno e imparando qualcosa.

01 dicembre 2010

Viva le domande

Non voglio dire che quello di Saviano sia il modo giusto, o l’unico, di informare. E nemmeno che quando si racconta qualcosa si debba per forza emozionare l’uditorio. Però, però io, se fossi un giornalista, oggi, qualche domanda non riuscirei proprio a non farmela. Senza per forza dover trovare risposta. Lo farei quasi come fosse un esercizio Zen: buono in sé prima che utile.

Come mai dobbiamo attendere il circo di Fazio e Saviano e Rai3 per ascoltare ciò che ci riguarda così da vicino? Come mai devono arrivare questo ragazzo e un presentatore come tanti perché ciò che ci sfiora e ci attraversa ogni giorno venga pronunciato per quel che è, senza che il politicopanciapiena di turno sia lì a piegare ogni cosa al suo tornaconto, alla sua visione?
La risposta mi sembra comunque ovvia.

Allora, allora io, se avessi scelto di essere un giornalista ( e non solo di FARLO), mi sentirei di aver tradito soprattutto, più che me stesso, la funzione sociale del mio lavoro. Da oggi, proverei a ripartire; a cercare nuovi spazi e mezzi per tornare a dire la vita, semplicemente, più che interpretarla o più che tentare di orientare i lettori secondo questo o quello schema.
Quel che è certo è che la funzione sociale dell’informazione non si esaurirà mai, né potrà, fortunatamente, estinguersi, nemmeno sotto la pressione dei regimi più opprimenti. 

Personalmente ho trovato d’una forza semplice e penetrante lasciare ai piccoli personaggi normali, come ogni uno di noi è, la testimonianza e l’autorevolezza del sintetizzare la propria esperienza e raccontarla. Dico ciò che so, e che ho appreso sulla mia pelle, quindi dico ciò in cui credo, semplicemente e in pochi secondi.
Alla fine credo che proprio ritrovarsi sparata in faccia la potenza delle parole sia stato il dono prezioso di queste poche ore di diretta televisiva. Certo, parole a volte smozzicate ed imperfette, a volte magari parziali, ma forti, fiere, squilibrate, come le parole sono quando provengono da persone vere, e non da figuranti.
In qualche modo ha a che fare con la gioventù tutto questo, con la semplicità della gioventù e, forse, per chi ascolta, con il rispetto portato dalla vecchiaia. Mi pare che il messaggio insito nella testimonianza diretta, alla fine, sia più importante dell’imparzialità, e venga codificato e riconosciuto da chiunque come meritevole di rispetto e di condivisione, proprio perchè non ha la vocazione a rappresentare la realtà in toto ma solo una voce autentica.
Aver esercitato l’azione del dire, Dire, mi è sembrato magicamente depotenziare l’inedia in cui vedo scivolare tanta gente, e pure la paura di uscire allo scoperto come singoli.

Ho apprezzato, anche, che nei passaggi più spinosi gli autori hanno scelto di riferirsi ai verbali dei processi e risultati d’indagine, perché nella burlesca girandola di opinioni che è l’informazione, dove tutti possono dire qualsiasi cosa basta che ci sia chi in qualche modo se la beve, davanti al giudice le parole pesano e i fatti sono prove. E questo cambia tutto. Chi mente commette un reato e ne sopporta le conseguenze in proprio, per questo confrontando ciò che un indagato racconta ai giornali con ciò che dichiara al giudice non c’è mai corrispondenza. L'indagato racconta quel che vuole ai giornalisti, magari per montare un caso mediatico, e spesso racconta solo balle fino all’attimo prima dell’esame davanti ai magistrati.
In una situazione di monopolio televisivo e informativo come quella attuale, l'unica verità è quella che emerge dagli interrogatori davanti ai magistrati, o dall'incrocio dei verbali degli stessi.

Peccato, poi, che in questa televisione post-mediasetopolio ci venga impedito di aver accesso alla fervente intelligenza di alcuni comici.

Ora tornerà il silenzio; ora tornerà il silenzio dei dialoghi telecomandati, delle domande gentilserventi, della pallida paura di dire che poche parole ma vere possono bastare, lo so. Magari qualche polemica a sfondo politico e poi di nuovo l’anestetizzante normalità. I contenuti di Vieni via con me spariranno di nuovo, sicuro.
Però, intanto, han portato qualche domanda nuova e tante voci vere.
A chi le cose dette o la trasmissione hanno dato fastidio i migliori  auguri di buona notte, ma per quanto mi riguarda, Saviano o non Saviano, viva, sempre, le domande.

29 novembre 2010

Quella tua foto - Saudade

Quando guardo quella tua foto, capelli al vento, l’infinito mare indaco che s’agita oltre le tue spalle nude, io, quasi, sento ammaliarmi l’agrodolce nostalgia di quel destino che verrà, e che non è stato ancora. E' tutto lì, in quello scatto, in quella penombra estiva, ed io lo vedo.
Quando guardo quella foto, in cui sei tu, bella, le tue labbra buone a baciare il nulla che ci separa, libera e felice più che in ogni altro momento, forse, io, io  vedo i tempi che verranno e che attraverseremo, che segneranno i nostri zigomi e sfiancheranno le nostre speranze. Come tracce d’un passaggio ancora in divenire ma che attimo dopo attimo riconosce una rotta già segnata, lì, io li vedo.
Risate di voci familiari in giardino, le sciarpe ad asciugare sul termosifone, piccole ombre di vino rosso nel ventre largo dei calici; biglietti di viaggi consumati ad invecchiar tra le pagine dei libri buoni, la ghiaia che si compatta sotto il divenir di passi lenti, le albe scure ed incerte di novembre, ed ogni briciola di quel che sapremo esser stato e che rimarrà sulla tovaglia quando, prima o poi, toccherà alzarci ed andare.
Quando guardo quella foto di te sospesa, giovane, fiorire nei colori morbidi del tramonto che appena incominciava ad incendiare l’orizzonte placido, io mi sento a casa, finalmente, al riparo. Stremato e fiero, immobile, per un istante, pronto alla guerra ma quieto. In pace, per il tempo d’uno scatto.

17 novembre 2010

Guarda il dito

Polemica Saviano/ Maroni/ Lega.
io che l’intervento l’ho visto in diretta e non tagliato dai TG o montato ad arte in qualche rotocalco devo dire che la polemica non ha alcun fondamento: che la Mafia cerchi referenti politici è ovvio, che li cerchi tra i partiti di maggioranza è altrettanto ovvio, che ove la maggioranza è leghista possa essere che cerchi un contatto leghista mi pare altrettanto lineare.
Certo difficile che cerchi contatto con i partitini di eterna minoranza se vuole arrivare agli appalti….
Il che non significa che tutto il movimento leghista faccia da sponda, cosa che Saviano si è ben guardato dal dire. Ha anche aggiunto che il soggetto coinvolto non è nemmeno indagato.
Mi pare che qui tra la luna ed il dito, si guarda il dito… sempre il dito.
Ma ci sarà la Luna?

Notizia del giorno: il DG Rai, a seguito di un referendum interno, è stato “sfiduciato” dal 94% dei dipendenti. Come si cantava a Ok il prezzo è giusto: cento, cento, cento....

16 novembre 2010

NOTE PER LA POSSIBILE RIVOLUZIONE ... Questione di arrivi

Mentre guidavo pensavo che non avremo futuro come singoli, come comunità, come Nazione, se i giovanissimi, i giovani, e i vecchi giovani ( quelli sotto i 35 insomma), non taglieranno il cordone ombelicale e faranno da sé.
Il patto generazionale non può vederci sempre a fare la parte del combustibile della locomotiva.
Pensavo che se il potere passa per il Parlamento ed il Governo, lì bisogna andare.
Ci vorrebbe un partito Under 35-40, che smascheri gli Over, quelli che la loro partita l’han già giocata e fin qui ci hanno trascinato e son solo tesi a gestire e conservare; che li smascheri, semplicemente, quotidianamente.
Le altre barzellette, poveri contro ricchi, destra  contro sinistra, potremmo lasciarle a loro.
Giovani e semigiovani contro i vecchi, non nel paese ma solo lì dove si gestisce il potere.
Giovani. Votare per altri non ha senso, forse non lo ha mai avuto, ma ora lo ha ancora meno. Come può uno di venticinque anni pensare che un settantenne tuteli anche i suoi interessi?
Al semaforo mi son detto che il ragionamento è semplice, e quindi non funziona.
Certo, solo chi ha fame di futuro può perseguire strade ed obiettivi che a quel futuro lo facciano arrivare; solo chi si deve subire questo sistema tutti i giorni “dal basso” sa cosa cambiare in fretta prima che tutto esploda; solo chi non ha niente da perdere e tutto da costruire può liberamente decidere nuove direzioni, ed avere il coraggio di perseguirle e di rompere equilibri; solo chi un domani che non si esaurisce ai prossimi 5 minuti ce l’ha può immaginare modi alternativi di vivere il presente senza attendere che sia passato.
Non funziona, mi sono detto. Chiaro, semplice, demagogico.
Chi è “arrivato” faccia gli interessi di chi è “arrivato”, come lui.
Chi deve “arrivare” faccia gli interessi di chi deve “arrivare”.
Come per tante altre cose nella vita, alla fine si tratta di una questione di arrivi, e di partenze.
Sempre guidando, imbottigliato a respirare smog velenosi, tra picchi di 48-50 km/h e rallentamenti sotto i 20 Km/H, ho riflettuto anche sul dato che l’esasperazione monta, e tra un po’ qualcuno vorrà fare con la forza.
Bello sarebbe trasformare la Camera dei deputati nella camera degli Under; non per legge ma per via elettorale.  Che gli Over stiano al Senato ( ove tra l’altro un Under 40 è ineleggibile). In fondo un Under che votasse un Under farebbe l’unica cosa sensata. Non Under ammansiti ed inoffensivi, gente con le palle, che non si occupi di altri temi se non quelli che ci porteranno al domani ( ambiente, antitrust, legalità, sicurezza, Case popolari, sovvenzioni alle giovani famiglie, istruzione di qualità, merito) creando una vera e propria lobbies degli Under. Anche le tecnologie potrebbero darci una mano. Chiarezza e trasparenza e interscambio non sarebbero poi difficili.
Rivoluzioni semplici, quasi a costo zero.
Mi chiedevo dove potremmo arrivare se l’ago della bilancia fossero i Giovani, per la prima volta, in questo Paese sgangherato; dove potremmo arrivare??? Troppo semplice, non funzionerà mai, e poi son discorsi vechi, mi sono detto.
Poi sono arrivato, ho parcheggiato, fuori pioveva come fa da giorni e giorni e giorni.
Non può piovere per sempre.
Comunque c'è poco altro che funziona.
Già, ma da dove cominciare?

04 novembre 2010

Un po' di pioggia e la locomotiva affonda..lutto privato

Vicenza- centro cittadino

Quel che sarebbe bello e giusto e onorevole sarebbe ascoltare un po' di mea culpa, e di scuse.
Poi, poi indagini implacabili su chi ha sbagliato e su che cosa non è stato fatto, per farlo quanto prima perchè nulla si ripeta, uguale a se stesso, qui, a pochi passi da un comune che produce l' 1%  del PIL nazionale e che per un po' di acqua è andato sotto, ha visto case sfollate, l'autostrada chiusa per due giorni, e purtroppo addirittura famiglie straziate dal lutto.
E altrimenti....
la gente in piazza, o sotto le case dei governanti, e di quelli che han governato in passato. A chiedere conto prima, le dimissioni poi, che gli stessi errori non si ripetano, e che si faccia subito quel che serve...
invece nemmeno i TG nazionali a parlarne...censura solita.
Il Presidente della regione che giustifica tutto dicendo che era una quantità d'acqua  imprevedibile...( come se la natura dovesse essere prevedibile, o come se un paio di millenni di tecniche costruttive ed esperienze idrogeologiche non fossero disponibili ai tecnici...)
Che PENA...
Gli italiani così codardi..
Qui dove la LEGA NORD, dopo pochi anni di governo territoriale già dimostra che ha finito ogni forza propulsiva, ogni spinta pragmatica e fattiva, e si è accomodata al tavolo dei governanti e tra un piatto e l'altro si alza, va alla finestra, saluta il popolino, inidividua qualche nemico da additare, impreca, reinventa pezzi di storia, poi torna a sedersi, ed a riempirsi la pancia.
Intanto le strade scoppiano, il lavoro si volatilizza, nessuna politica che miri al futuro, la classe media che sparisce, e se un giorno piove c'è il rischio che l'acqua ti entra in casa...
I figli che aspirano a diventar delfini, le opere necessarie che spariscono dietro ad annunci e conferenze, l'asservimento totale ai signori del cemento, il taglio  di ogni servizio, i primi che si fanno beccare con le mani nella marmellata, l'informazione che censura per non imbarazzare, il ricattino di un governo impresentabile...la vecchia DC, in verde e senza alcun senso dello stato e della decenza.
Mi spiace per chi ci ha creduto con ignoranza e fede da ultras, e mi spiace che ci vorranno altri dieci anni perchè la maggior parte dei "credenti" si svegli dall'ennesima illusione. E intanto strizzano il moccio e riempiono il secchio, smuovono il fango in cui lo stanno lasciando affondare giorno dopo giorno dopo giorno, e anche se sono ricchi lavorano, lavorano, lavorano, fino a notte fonda, quando potranno chiudersi in casa e godersi, senza dirlo a nessuno, il loro lutto privato.

03 novembre 2010

28 ottobre 2010

Che bel libro

Olive Kitteridge di Elizabeth Strout.
Ogni tanto si perde ma ha dei flash sfolgoranti…

22 ottobre 2010

Cambia lettera...

Pensavo ai Politici ed ai giornalisti-pinocchi che van sempre per la maggiore:
in Italia abbiamo superato la comunicazione, intesa come quel processo complesso che spesso attraverso l'utilizzo consapevole dell’arte retorica tendeva ad inculCare nei destinatari concetti/idee, e stiamo sempre più sprofondando nella retTorica: ossia quel processo comunicativo indegno che attraverso luoghi comuni, falsità palesi, semplificazioni ignobili, ha il solo fine di inculare i destinatari,senza trasmissione alcuna di concetti nè idee.

14 ottobre 2010

Capolavoro dell'Editor

Autostrada. Bologna Padova. Pomeriggio uggioso. Traffico smunto. Voglia di caffè. Voglia di fumare. Voglia di spianare la strada sotto l’acceleratore a tavoletta. Autocontrollo da Tutor. Le parole di V. che mi girano in testa. La sua vitalità che potrebbe esser stata la mia. Otto anni. L’amicizia è anche questo? Sorpasso. Sorpasso bis. Auto, Camion Auto, Autogrill tarocco. Esco, non esco. Esco non esco. Esco. Freccia. Troppo silenzio. La radio è spenta. Ah, si, l’ho spenta io. Il cambio automatico scala per me. L’auto si impunta un po’, siamo fuori dal flusso 2 corsie in direzione Padova. Ci sono ma non ci sono. Strano. Parcheggio. Faccia crollata di fianco, quasi a collo spezzato, un tipo dorme nell’auto grigia. Apro la porta. Mentre la apro i miei occhi infilano la porta dell’uscita, di là del percorso obbligato, e avidi osservano gli scaffali dei libri. Non posso bere caffè, che cazzo mi son fermato a fare? Troppo acidi, troppi caffè pre esame. Non mi ricordo mai come dovrebbe esser la mia vita, in questi giorni, come l’avevo costruita. Doveva avere un senso, dovrebbe averlo ancora. Ho solo sonno, forse. Gente da autostrada ai tavolini in piedi. Tazzine tintinnano nell’aria, schivano il risucchio della macina caffè. Meglio uscire. Son ancora sazio del piatto misto macrobiotico. Salumi, vino, patatine, snack. Riviste. Playboy. Un flash: mai visto Playboy, possibile?!?. Non ricordo. Due passi avanti. Libri. Faletti. I mille soli dei miei maroni. Due passi indietro. Playboy. Sfoglio a contrario. Foto di uomo. Dopobarba. Parole, parole, parole. Foto di moto. Donna vestita più delle letterine. Donna zoccoleggiante su letto, vestita succintamente da miss America. Uomo. Computer. Parole, parole, parole. Chiudo. Metto giù. Non dovrebbe essere così Playboy. Non te lo aspetti così. Bah, chi se ne frega. Grandi classici. Austen. Sun Tzu in economica. Libro rosso “La passera è sempre la passera”. Sorrido. Rileggo. Innegabile. Penso all’editor che ci ha lavorato. Al mio libro in cantiere, o arenato, dipende se lo guardi da terra, o da mare. Quasi meglio della famosa Solitudine di sti sbronzissimi numeri primi. Due passi. Esco. Piovvigina un po’, ma vaffanculo. Auto. Apro la portiera lato passeggero. Le paglie di V. mi osservano dallo spazio tra sedile e portellone. Ecco dove le aveva perse. Cazzo, sto cercando controvoglia di smettere di avvelenarmi e continuo a trovar pacchetti di sigarette in giro. Mi fumo una sigaretta pentita, che a metà la vuoi buttare ma visto che ormai vale tanto vale godersela anche con quella spina maledetta del senso di colpa. Non sarò mai un uomo migliore. Salto su. Via, corsia di immissione, mi accosto lentamente, nel silenzio della radio che rimane spenta. L’auto in corsia sfanala. Accelerazione supersonica 150 Cv. La lascio nel passato e mi immetto. Non bevo caffè ma fumo, interessante forma di stupidità.
La passera è sempre la passera. Capolavoro dell’Editor.

07 ottobre 2010

Vasco Forever

Bologna, Futurstation, Sabato 2 ottobre 2010.

Come Quando Uno Ti Prende Per Mano E Tu Chiudi Gli Occhi E Lui Ti Porta A Casa, Da Lontanissimo Tipo, Lungo Strade Che Intuisci Ma Non Conosci, Dritto Come Un Siluro, A Casa, E Quando Sei Arrivato Riapri Gli Occhi e Riconosci Che Ogni Cosa è Al Suo Posto, finalmente, E Anche Tu lo Sei, per un po’, comodo, A Casa TuA.
Come Uno Che Ti Viene A Beccare Nel Mezzo Della Siberia, o Di Un Posto In Cui Sei Finito E di Cui Non Hai Che Una Vaga Idea, Anche Se Li Si Consuma La Tua Vita, e Lui Allunga Una Mano, E Tu La Afferri, Ti Dice Chiudi Gli Occhi, E Tu Li Chiudi, E Passo Dopo Passo, Ti Riporta A Casa, Ovunque Sia Casa, Per Te.
Al Centro Di Te.
Come uno che comincia il concerto con Un gran bel film, e un passo alla volta, Deviazioni, Anima Fragile, Senza Parole, Un Senso, Stupendo, Deviazioni, Sally acustica, Occhi Blu, Io Perderò, Albachiara, Bollicine, Gli Angeli, Hai ragione Tu, Non siamo mica gli americani, La nostra relazione, ti riporta a Casa.
Lui in formissima, la band devastante, il palco meraviglioso.
Non sono mai stato obbiettivo con Vasco, gli devo troppo, lo so, ma 26 anni di ascolto, 18 di concerti, e mi stupisce sempre, mi rapisce ancora, poi ci sono gli amiciimborghesitidelcazzochestanliacommentareildeclinodelloroidologiovanile, ma l’obbiettività non è un valore quando si parla di Rock & Roll, anzi, se suona bene c’è solo da lasciarla suonare, e godere, secondo me.
Vasco Forever!!!!

30 agosto 2010

Pensare ad un post

È un po’ che penso a questo post.
Non ho il tempo nemmeno di respirare, quasi, in questi mesi, figurarsi scrivere un post.
Il cruccio è che poi le parole se non le scrivi ti rimangono dentro e rimbalzano in urti anelastici e fino a quando non le scrivi non perdono energia, anzi le moltiplicano.
Mi trovo dentro un vortice di studio matto e disperatissimo in queste settimane, e molta parte dei miei sforzi sono dedicati alla Costituzione Italiana e al Diritto del lavoro.
Insomma, più studi e più constati che il 98,678% delle cose che scrivono, dicono, e svendono politici e giornalisti televisivi sono FALSE, ma proprio radicalmente.  Per la carta stampata la percentuale scende al 94, 678%, forse perché il senso di vergogna di saper che quel che scrivi rimane impresso è più forte.
Basterebbe STUDIARE i libri, direttamente. Ma costa una fatica immane, e tutti o quasi preferiscono la storiella digerita e pronta.
Secondo dato è che la Costituzione è una meraviglia, e non ci vorrebbe poi molto a dare una assestata a quest’italietta.
Terzo: i diritti del lavoratore sono un bene che stanno scientemente depauperando. Perché i diritti significano equilibrio, e dove c’è equilibrio non ci sarà mai profitto abnorme, smodato, facile e veloce. E fottono sempre noi giovani, che al banchetto siamo arrivati al momento del conto.
Quarto: anche a me piacerebbe fare una legge che mi fa risparmiare 441 milioni di euro di tasse ( che a casa mia sono ancora il sangue che permette al sistema italia di tener in vita se stessa), e poi spenderne 8-9-10% per comprare Ibrahimovic, occupare i giornali, e fare la figura del grande imprenditore.
Quinto: finito il tempo. Che lo sforzo sia con noi.

20 luglio 2010

LA Q1 di Guzzanti


Grandissimo

Non votare chi ti ha tolto la preferenza
Non votare chi ti imbavaglia

19 luglio 2010

LA PREFERENZA

A ridatece la preferenza,
voglio solo la mia soggettiva necessaria democratica essenziale preferenza,

scrivere nomi nuovi, creare nuove vie, nuove strade, nuovi errori,dove sono i famosi referendari?
facciamo qualcosa, prima, possibilmente, della rivoluzione che, senza il ritorno della preferenza, verrà.



Non votare chi ti ha tolto la preferenza

Non votare chi ti imbavaglia

14 luglio 2010

Il frutto pervicacemente perseguito finalmente è spuntato- se questo è progresso...

Business is business…
Certo a parte disoccupazione, inquinamento, sfruttamento, traffico di persone, evasione fiscale, ingiustizia sociale, crisi aziendali, per il resto ci conviene proprio!!!
Chi più spende meno spende, diceva la nonna, ma era solo vecchia e fessa… vuoi mettere i buoni consigli delle multinazionali?!?!


Non votare chi ti imbavaglia

08 luglio 2010

Vedder e Ben Harper - Under Pressure

Il bavaglio nefasto

VOGLIO SAPERE TUTTO



Non Votare chi t’imbavaglia.

07 luglio 2010

OLTRE - rigurgiti emotivi da concerto PEARL JAM a Venezia

Concerto Stellare.
Finale travolgente con Ben Harper sul palco, vino a fiumi, cembali al volo, cambi di batterista, e soprattutto Keep on rockin in the free world..
Prima, batteria e basso a tempestare, e tantatantatanta energia..
Given to fly, ed il cielo s’è allargato subito sopra le braccia tese, le mani vibranti.
Poi delirio Rock.
MC che svirgola come un autentico Master.
Eddie come un ragazzino malefico, monello, instancabile; per un attimo, sul mega schermo, gli occhi diabolici sfoderati nel Video di Jeremy…e pensi che non passa niente, mai, siamo quel che siamo, cambiamo solo forme, solo forme, solo.
Present tense come una cometa nella notte. Sfolgorante, straziante, enorme: anni difficili, ricordi come di passi trascinati, di trincea..

 

Quando un amore non delude mai, vuol dire che E'. Non proprio come finirci a letto, ma qualcosa di molto simile..è sei oggetto, sei come "vissuto" da quel famelico appetito che ti si apre dentro intanto che bruciano le distanze e le assenze, nei piccoli gesti che percepisci con coscienza nititda e ferma, ed ogni energia appare armonica e trova vie dimenticate, le spolvera, e vi fluisce.
Quando un Amore così te lo trovi dentro, giù in fondo, tra ciò che negli anni hai ammassato in una memoria emozionale ad accesso istantaneo, adrenalinica, e lo senti pulsare, sgorgare, strapparti via di dosso ogni diffidenza, ogni imborghesimento lieve che ti sporca i sorrisi, e soprattutto gli anni…Vuol dire che E’, Oltre.
Era il 92, me lo ricordo bene. Io e il mio compagno di banco a rispondersi citazioni di Ten alle solite domande, seduti a banchi mignon per gambe diventate ormai lunghe.
Ten sopra ogni cosa, subito.
Evidentemente bisogna davvero fidarsi del proprio cuore rock, perché bastò un attimo a far cominciare tutto, e basta sempre un attimo e tutto ricomincia, anche se ci si trascura, e ci si vede poco: basta un quattro quarti e sei già travolto a saltare, cantare, ballare, a sfogar tossine e a far i conti con ciò che rimane. Oltre.
Quando sono in mezzo all'umanità Rock, alla gente che si sposta, pianifica, viaggia, sacrifica, per il Rock, per esserci, per l’emozione, per la necessità di Vivere forse, quasi mi commuovo. Non so se capiti anche ad altri, ma per me è così . C’è ancora speranza, c’è sempre speranza. E tutta la vita è lì. In quelle storie vicine, ammassate, lievi; in quell’attesa sospesa, spensierata: lì la vita esplode. C’è da dire che non sempre si è dal lato giusto del cannone quando succede. C’è sempre il rischio…Ma è molto Rock, e mi piace.
Dove la vita esplode, tra i colori delle magliette e il vento aromatizzato, il cuore pulsa un ritmo diverso. Keep on rockin in the free world

06 luglio 2010

Ieri ho deciso

Ieri ho deciso che dopo tutto questo, quando sarà alle spalle, me ne andrò via per me, che sono meno importante di tutto questo, certo, ma importante comunque, importante abbastanza, importanteechecazzo, da poter prendere e andare, perché anche tutto questo passerà come è passato già altre volte.
Spenderò un po’, certo, ma non troppo, non è mai troppo in fondo, pagare la libertà che sogni. Quando sogno la libertà in fondo so che basta poco, costano molto di più le gabbie.
Dormire, fare surf, respirare, guardarmi intorno con occhi freschi, lasciar tracce sulla sabbia e fermarmi lì, e guardarle scomparire, perché il lusso vero è guardarle scomparire, fermarsi, voltarsi, guardare scomparire sempre tutte le tracce che lascio; vorrei dire impronte, vorrei dire segni ma è tutto sempre molto provvisorio, e ancora segni veri, quelli che poi crescono quando tu  sei morto, morto dentro o morto fuori non importa, comunque morto, quelli sono segni veri, e ancora non ne ho.


Ieri ho deciso tutto quel che sarà, in pochissimo tempo, e mi ricordo che stavo bene, e mi ricordo che aveva un senso, poi sono uscito, ho corso sotto ad un cielo che prometteva pioggia e che s’è smentito, son tornato nell’appartamento che chiamo casa solo per celerità, ed ho guardato le attese che nascondi in fondo agli occhi mentre tu guardavi chissà cosa dentro ai miei. Poi ho detto cose, chiamato gente, sentendo sempre più lontano tutto fino a notte fonda. Mi sono alzato, ed un vento freddo scendeva dai monti, animava l’ombra bianca delle tende nel buio della stanza, son rimasto lì a guardarle ed ho pensato che prima o poi qualcosa bisogna mollarla, prima o poi, ed ogni decisione dura poco più di un istante e lì è vera come non lo sarà mai più.

05 luglio 2010

e chi dice che l'uso di droga si paga nel tempo? Aerosmith


Apocalittici
60 anni...
2 ore di delirio assoluto,
bellissimo
and life goes on

28 giugno 2010

Va bene va bene così - la migliore di sempre


intanto che noi giocavamo a bruciare il futuro che non conoscevamo e che già ci attendeva...
La migliore di sempre...
la chitarra maledetta e disperata...
poesia ed inganno della vita vera, magia e ricamo,
dall'esilio
dal confino
ancora rubo al destino cieco
che tant'altro m'ha rubato.

08 giugno 2010

Racconto - Rinascere - concorso Scuola Holden

Partecipo al conocorso Muller- Scuola Holden. Questo è l'incipit assegnato:
Stamattina si è svegliata presto.
Un misto di ansia e gioia ha mosso tutti i suoi gesti: ha fatto il caffè
e per sbaglio ha versato un po’ di zucchero nel lavandino.
Non le è importato.
Il giornale era ancora sul tavolo e quando si è girata per prenderlo ha alzato gli occhi sulla finestra e ha visto la neve.
Si è avvicinata al vetro: una pioggia gelata, bianca, cadeva nel cortile a fiocchi spessi.
Non è riuscita a smettere di guardare.
Qualcosa ha cominciato a sciogliersi dentro di lei e a scorrerle lungo le braccia, le gambe.
Un po’ alla volta tutto è diventato nuovo, anche lei.
E non è che non abbia sentito il frastuono che viene dall’altra stanza.
Solo, non vuole muoversi, andare di là.
Si sente rinata ed è contenta di averlo fatto.


Ed ecco come come ho continuato il racconto ( frammento ).

07 giugno 2010

La storia siamo noi - Quando riesce la carambola impossibile



La storia siamo noi, nessuno si senta offeso, siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare, questo rumore che rompe il silenzio,
questo silenzio così duro da masticare.
E poi ti dicono "Tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera".
Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera.
Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone, la storia entra dentro le stanze, le brucia, la storia dà torto e dà ragione.
La storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere, siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere.
E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia) quando si tratta di scegliere e di andare,
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, che sanno benissimo cosa fare.
Quelli che hanno letto milioni di libri insieme a quelli che non sanno nemmeno parlare, ed è per questo che la storia dà i brividi, perchè nessuno la può cambiare.
La storia siamo noi, siamo noi padri e figli, siamo noi, bella ciao, che partiamo.
La storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano.
La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano.

03 giugno 2010

Infangami pure


Di ritorno dall’estero  tutto sembra più evidente, soprattutto la paresi facciale che ha colpito ogni uno degli italiani ormai: abituati a sorridere anche mentre vengono derubati, vituperati, presi in giro, umiliati, ridotti a servi serventi.
L’ultima l’ho vista l’altra sera, ospite in casa altrui, tra il dolce e le briciole sulla tavola, tv accesa per abitudine, purtroppo.
Ora per evitare di rispondere alle domande scomode sulla finanziaria più oscurata della storia iniziano ad utilizzare il refrein “parla lei che guadagna un sacco di soldi?" spostando l’attenzione dal merito del discorso alle ricchezze personali ( sempre altrui). 
Lo fanno pur essendo, loro, multimilionari. Senza più il senso, non dico del ridicolo, ma della vergogna.
Screditare le voci contrarie, come nei periodi più neri.
Additare gli altri per quello che guadagnano, in diretta Tv, per evitare una domanda, quando si è Ministri, è davvero ridicolo.
Anzitutto si nega la sola ipotesi che l’interlocutore sia pagato per ciò che vale, e per il valore che produce.
E' vile, poi, e pericoloso, perché nessuno può dirsi al riparo allora, ed il merito non conta più niente, perchè quando si comincia a decidere chi abbia diritto ad esprimere una opinione o abbia il diritto di porre delle domande ed ottenere delle risposte, la democrazia si riduce ad un vuoto esercizio di stile.
È ridicolo che a farlo, poi, siano titolari di studi legali, di  imprese e società che fatturano milioni di euro sulla base degli stessi provvedimenti che difendono come equi e necessari per il bene dell’italia. 
Anche in questo caso sarebbe facile, per una stampa libera, indagare.
Che pietà.
Adoperando poi il parametro “chi guadagna molto per il lavoro che fa non può dire cose giuste” il primo a dover stare zitto sempre sarebbe proprio quello che questo polpettone politico-mediatico-affaristico continua a riversare ad ogni ora sulle tavole degli italiani. Il più arricchito di tutti, e quello che paga il conto di un banchetto da cui nessuno pare mai alzarsi sazio.
Comunque  la si pensi, poi, sulla situazione mediatica italiana, è ridicolo che sia attaccata l’unica tv marcatamente d’opposizione che solo perché pubblica dovrebbe essere servente. 
Anche fosse davvero faziosa, anche se rappresentasse solo un 10 % degli elettori paganti il canone, dove sarebbe il problema? Ci sono tante altre voci, ed un telecomando.
 

31 maggio 2010

Wonderfull New York

Voglio restare qui,
in questo vento prepotente che spazza la pianura,
faccia al sole e braccia come ali,
immobile,
ad abbracciare il tuo ricordo,
e nel buio dei miei occhi scavare la meraviglia d’ averti incontrata per la prima volta,
e la sorpresa d’averti sentito fin nelle ossa, subito,
e come un istinto, intuito un po’.

Voglio stare qui,
come sabbia al sole,
ed asciugare piano l’ombra umida della tua magia,
ora che non mi bagni più,
e che sei scivolata così dentro.

Nel camminarti senza sosta,
come sei,
mare e cielo e frontiera e spumosa corrente verticale,
nelle tue vene d’asfalto e piedi veloci,
anche da qui,
all’ombra d’un muro scrostato,
rimani mia,
Wonderfull NY.

18 maggio 2010

New York -3

Fra 3 giorni si va.

Lo zio Bruce, basterebbe già solo questo…

Consigli?

Raccomandazioni?

 

ONE SHOT - Gischler + Lansdale


Meravigliosa iniziativa della Crew di Sugarpulp.it!
Che dire: finalmente qualcosa si muove anche nel triangolo delle bermuda ( letterarie) TV-PD-VI ( Mozzi escluso, ovviamente).

17 maggio 2010

11 maggio 2010

LE PAGINE MIGLIORI DEL TUO LIBRO PREFERITO?

Leggo recensioni mirabolanti, sviolinate sconfortanti, ma cosa apprezzano i TUOI occhi? Qual'è il distillato che lì ti fa tornare?
Poche pagine tanti mondi diversi: perchè?
Pagine da podio.

Stanare il punto esatto in cui le cose accadono.

ITACA - Kostantin Kavafis

Quando ti metterai in viaggio per Itaca

devi augurarti che la strada sia lunga,

fertile in avventure e in esperienze.

I Lestrigoni e i Ciclopi

O la furia di Nettuno non temere,

non sarà questo il genere di incontri

se il pensiero resta alto e un sentimento

fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.

In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,

né nell’irato Nettuno incapperai

se non li porti dentro

se l’anima non te li mette contro.



Devi augurarti che la strada sia lunga.

Che i mattini d’estate siano tanti

Quando nei porti – finalmente e con gioia – toccherai terra tu per la prima volta:

negli empori genici  indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre

tutta merce fina, anche profumi penetranti d’ogni sorta: più profumi inebrianti che puoi,

va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti.



Sempre devi avere in mente Itaca - raggiungerla sia il pensiero costante.

Soprattutto, non affrettare il viaggio

fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull’isola,

 tu, ricco dei tesori accumulati per strada

senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio;

senza di lei mai ti saresti messo  sulla strada; che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.

Fatto ormai savio con tutta la tua esperienza addosso

Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.