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07 gennaio 2011
Il Viaggio...
Viaggiando, contraddico me stesso. Viaggiando, sposto un limite interiore. Costruisco nuove connessioni nel cervello, ne lascio cadere di inutili. Per me il viaggio non è mai piacere. E' un atto di igiene psicofisica, un Kriya yogico profondo, come quando si puliscono le narici, gli organi interni, gli intestini. E' proprio quando la quantità di tossine sedimenta e comincia a influire sull'umore e sui ritmi biologici che una parte di me accerte la necessità di viaggio. Ho letto che i batteri e gli acari della polvere inducono uno stato di quieto tropore, stimolando endorfine. Euforia pda casa polverosa. Il me stesso bolognese protesa e rivendica, pronto alla lamentazione. Però c'è una parte di me simile a padre Navarette. Un uomo che viaggia molto, incapace di erigere una casa stabile. Un uomo che si contraddice, di molte partenze. "
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