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02 maggio 2011

Frederic Beigbeder - £ 26.900 (3)

...Vorrei piantare tutto, andarmene con il malloppo, portando con me droga e puttane su una cazzo di isola deserta. (Starei tutto il giorno a menarmi l’uccello guardando Soraya e Tamara farsi ditalini), Ma non ho le palle per dimettermi. Ecco perché scrivo questo libro. Il licenziamento mi permetterà di evadere da questa prigione dorata. Sono nocivo, fermatemi prima che sia troppo tardi, per pietà! Sganciatemi 100 milioni e sparisco, promesso. Cosa ci posso fare se l’umanità ha scelto di sostituire Dio con prodotti di largo consumo?

Sorrido, perché può anche accadere che all’uscita di questo libro, anziché buttarmi fuori a calci in culo, mi rifilino un aumento. Nel mondo che vado a descrivervi, la critica è digerita, l’insolenza incoraggiata, la delazione remunerata, la contesa organizzata. Presto verrà conferito un Nobel per la provocazione e io sarò un candidato difficile da battere. La rivolata far parte del gioco. Le dittature del passato temevano la libertà d’espressione, censuravano la contestazione, rinchiudevano gli scrittori, bruciavano i libri controversi. Nei tempi dei brutti autodafé permettevano di distinguere i buoni dai cattivi. Il totalitarismo pubblicitario è ben più subdolo. È un fascismo che ha imparato la lezione dai fiaschi precedenti (Berlino 1945 e Berlino 1989: ora che ci penso, perché tutte le barbarie sono morte nella stessa città?).

Per ridurre l’umanità in schiavitù, la pubblicità ha scelto la linea morbida, la persuasione. Viviamo nel primo sistema di dominio dell’uomo sull’uomo contro il quale perfino la libertà è impotente. Anzi, questo sistema punta tutto sulla libertà, è questa la sua più grande trovata. Le critiche servono solo a dargli più risalto, i pamphlet a rafforzare l’illusione della sua melliflua tolleranza. Vi sottomettete con eleganza. Tutto è permesso, nessuno viene a malmenarti se fai casino. Il sistema ha raggiunto il suo scopo: anche la disobbedienza è diventata una forma di obbedienza.

I nostri destini stroncati vengono graziosamente impaginati. Proprio voi, che state leggendo questo libro, scommetto che vi dite: “Carino, questo pubblicitario che sputa nel piatto dove mangia, ma dai, su che ci sei dentro quanto gli altri, pagherai i tuoi tributi come tutti”. Non c’è modo di venirne fuori. È tutto sprangato, con il sorriso sulle labbra. Vi bloccano con crediti da rimborsare, mensilità, affitti da pagare. Avete qualche scrupolo? Milioni di disoccupati là fuori aspettano solo che lasciate libero il posto. Potete prendervela finché volete, Churchill ha già dato la risposta, affermando “E’ il sistema peggiore a eccezione di tutti gli altri”. Non ci ha ingannati. Non ha detto il sistema migliore. Ha detto il peggiore.

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