VITA (35) ITALIA (24) TALENTO (22) SONG (20) RIVOLUZIONE (17) BOOK (14) LE PAGINE MIGLIORI (10) POESIA (10) TRIP (10) PERSONAL (9) BOTTEGA DI NARRAZIONE (6) LEZIONI d'ITALIA (5) READING (4) J (3)

14 ottobre 2010

Capolavoro dell'Editor

Autostrada. Bologna Padova. Pomeriggio uggioso. Traffico smunto. Voglia di caffè. Voglia di fumare. Voglia di spianare la strada sotto l’acceleratore a tavoletta. Autocontrollo da Tutor. Le parole di V. che mi girano in testa. La sua vitalità che potrebbe esser stata la mia. Otto anni. L’amicizia è anche questo? Sorpasso. Sorpasso bis. Auto, Camion Auto, Autogrill tarocco. Esco, non esco. Esco non esco. Esco. Freccia. Troppo silenzio. La radio è spenta. Ah, si, l’ho spenta io. Il cambio automatico scala per me. L’auto si impunta un po’, siamo fuori dal flusso 2 corsie in direzione Padova. Ci sono ma non ci sono. Strano. Parcheggio. Faccia crollata di fianco, quasi a collo spezzato, un tipo dorme nell’auto grigia. Apro la porta. Mentre la apro i miei occhi infilano la porta dell’uscita, di là del percorso obbligato, e avidi osservano gli scaffali dei libri. Non posso bere caffè, che cazzo mi son fermato a fare? Troppo acidi, troppi caffè pre esame. Non mi ricordo mai come dovrebbe esser la mia vita, in questi giorni, come l’avevo costruita. Doveva avere un senso, dovrebbe averlo ancora. Ho solo sonno, forse. Gente da autostrada ai tavolini in piedi. Tazzine tintinnano nell’aria, schivano il risucchio della macina caffè. Meglio uscire. Son ancora sazio del piatto misto macrobiotico. Salumi, vino, patatine, snack. Riviste. Playboy. Un flash: mai visto Playboy, possibile?!?. Non ricordo. Due passi avanti. Libri. Faletti. I mille soli dei miei maroni. Due passi indietro. Playboy. Sfoglio a contrario. Foto di uomo. Dopobarba. Parole, parole, parole. Foto di moto. Donna vestita più delle letterine. Donna zoccoleggiante su letto, vestita succintamente da miss America. Uomo. Computer. Parole, parole, parole. Chiudo. Metto giù. Non dovrebbe essere così Playboy. Non te lo aspetti così. Bah, chi se ne frega. Grandi classici. Austen. Sun Tzu in economica. Libro rosso “La passera è sempre la passera”. Sorrido. Rileggo. Innegabile. Penso all’editor che ci ha lavorato. Al mio libro in cantiere, o arenato, dipende se lo guardi da terra, o da mare. Quasi meglio della famosa Solitudine di sti sbronzissimi numeri primi. Due passi. Esco. Piovvigina un po’, ma vaffanculo. Auto. Apro la portiera lato passeggero. Le paglie di V. mi osservano dallo spazio tra sedile e portellone. Ecco dove le aveva perse. Cazzo, sto cercando controvoglia di smettere di avvelenarmi e continuo a trovar pacchetti di sigarette in giro. Mi fumo una sigaretta pentita, che a metà la vuoi buttare ma visto che ormai vale tanto vale godersela anche con quella spina maledetta del senso di colpa. Non sarò mai un uomo migliore. Salto su. Via, corsia di immissione, mi accosto lentamente, nel silenzio della radio che rimane spenta. L’auto in corsia sfanala. Accelerazione supersonica 150 Cv. La lascio nel passato e mi immetto. Non bevo caffè ma fumo, interessante forma di stupidità.
La passera è sempre la passera. Capolavoro dell’Editor.

Nessun commento:

Posta un commento