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06 aprile 2011

Il conto - conversazioni surreali

Ti siedi ad un tavolino qualsiasi, a goderti le prime luci soffuse che annunciano la sera, l'aria tiepida, il libro nuovo che hai aspettato tutto il giorno di poter iniziare.
Ordini un aperitivo sobrio, ma denso.
Il traffico è lontano, e comunque lento, stanco.
Le mura antiche ti guardano da una trentina di metri. Giorgione ti da quasi le spalle, bianche spalle, marmoree spalle.
Loro arrivano quando i tuoi occhi sono al punto a capo, penultima riga in fondo pagina.
Giovani. Molto giovani. Insicure. Atteggiate. Una dietro l'altra si siedono al tavolino a fianco del tuo.
La leader, una ragazzina magra e ben curata come se ne vedono mille, si siede spalle alla piazza ed a favore dei portici ove qualcuno la può scorgere, e salutare, e lei può fare altrettanto, e bearsi della sua fresca maturità raggiunta. La chiamerò Suamagrezza.
A lei si associa l'altra, grassottella, riccioluta, con negli occhi l'ansia di inseguire le perfezioni artificiali che attraverso le sue compagne la sfiorano, ma non l'attraversano. La chiamerò Cespugliorozzo, in omaggio ai suoi capelli.
Hanno tutta la vita per trovare forma, bellezza, tranquillità. Lo sai, hai ascoltato centinaia di amiche come loro, ai tuoi tempi, che tutti scartavano e che poi sono fiorite. Va bene così.
Allora leggi. Ogni tanto ti fermi, ti guardi intorno, stai pur sempre attendendo la beata compagnia di una persona a te gradita. Allora la loro voce, accompagnato dal fumo delle appena accese sigarette, ti raggiunge.
Arriva il cameriere.
Suamagrezza - tu cosa ordini?
Cespugliorozzo - non so, tu? ( inseguendo)
Suamagrezza - Guarda, io qualcosa di analcolico. ( sfibrata)
Cespugliorozzo - beh, si potrebbe. ( indecisa oltre il limite umano)
Suamagrezza- Non so, non reggo più l'alcol. Non reggo più l'alcol da quando ho preso la patente.
Cespugliorozzo - sarà l'età.
Suamagrezza - eh, prima invece...
Cespugliorozzo - ma è difficile prendere la patente?

Ma prima de che? ti dici prima di tornare al tuo libro.
Dopo un po' guardi l'ora, chiedendoti come mai questo strano ritardo.
Suamagrezza - Guarda, non so cos'abbia mio padre.
Cespugliorozzo - Cosa?
Suamgrezza - ha tutta sta fissa per le crociere.
Cespugliorozzo- che figo! ( inseguendo l'irraggiungibile)
Suamagrezza - Si, ma non sai cosa ha combinato l'ultima volta che è andato.
Cespugliorozzo - Cosa? ( curiosità indifendibile e coatta)
Suamagrezza- S'è comrpato tutte le robe di Prada, ha la fissa di Prada, e quando è tornato ha buttato via tutto.
Cespugliorozzo- che pazzo.

Ti allontani un po', trascini il tavolino sul pavè, la sedia e tutto.
Bevi. Non hai lo stomaco per digerire certe tristezze, lo sai.
Ma loro continuano.
Cespugliorozzo- devo studiare, domani c'è compito in classe.
Suamagrezza - e come sei messa?
Cespugliorozzo - ne so zero.
Suamagrezza - Ieri mentre guardavo l'isola mi son fatta tradurre da un amico un testo di inglese. Che delusione l'Isola. Mandavo sti sms e lui mi rispondeva subito subito. ( lasciando trapelare che lui ne vorrebbe a mille da lei ma lei non si concederà mai)
Cespugliorozzo- beh, potresti darmi il numero del tuo amico, così gli invio le domande del compito, domani. ( finto speranzosa)
Suamagrezza- E come va a scuola?( non darà mai un numero a nessuno)
Cespugliorozzo - Il primo Quadri un disastro, avevo 5 materie sotto.
Suamagrezza - E adesso ( con la voce di chi ha solo sette e otto)?
Cespugliorozzo - sono migliorata.
Suamagrezza - cioè?
Cespugliorozzo - Per dirti, prima avevo matematica con il 3. ( non mi chiedere altro, ti prego)
Suamagrezza - e adesso?
Cespugliorozzo - Adesso ce l'ho con il 4.

Ti concentri con tutte le forze sul tuo libro. Non resta altro da fare.
Ma non tacciono.

Suamagrezza- stase potremmo uscire con i ragazzi.
Cespugliorozzo - magari
Suamagrezza- c'è un fico, un tipo proprio fico.
Cespugliorozzo - bello.
Suamagrezza - Si chiama Marco
Cespugliorozzo - Non ci posso credere!! Marco è il mio nome preferito. io scrivo Marco dappertutto...

Allora non ti resta altro che ammettere a te stesso che tipe così non le avevi consolate mai, ai tuoi tempi, e che la questione insicurezza-età-maturazione- non spiega mica il vuoto che senti agitarsi intorno, e allontanarti in fretta, chiudere il libro, alzarti, cercare il cameriere, e dire le fatidiche parole:
Il conto.

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