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23 aprile 2010

Allora sembra che ci siamo


Allora sembra che ci siamo. Le linee fondamentali della storia ci sono ed a tratti sento la voce del narratore, o del vecchio Archie, o di Goodbye Frank, o di J., sussurrare qualcosa nel doppio fondo delle mie attività quotidiane. Oggi mentre nuotavo in realtà ero lì che ascoltavo quel che dovrò scrivere, immerso ed isolato in quel silenzio perfetto. Non so se sono pazzo io o se dovrei preoccuparmi di questa cosa, ma in realtà ne sono felice, perché ho molto sofferto le lontananze di questi mesi, le assenze, le frustranti giornate di silenzi.
Sono ad un punto in cui non ero mai arrivato prima.
Le altre cose che ho scritto eran sempre epifanie improvvise davanti al monitor, e lunghe una decina di cartelle. Qui c'è una galassia da esplorare.
Ora c’è da spaccarsi le mani, e la testa, e gli occhi, con quelle che sarebbero poi i mattoni del mio primo libro: le parole. I premi ai racconti sono di una vita fa. Ma che importa, in fondo. Come i muratori veri, ora c'è da sperare che non piova troppo nel prossimo mese, che non mi piova dentro almeno fino a quando saremo al coperto di un tetto io ed i ragazzi.
Devo ancora fare delle ricerche sulle piante e sui dischi dei primi anni 70 negli USA, e sul gelato.
Devo ancora stare un po’ con J , ma avrò tempo.
Non so se sia meglio chiudermi in casa o sparire per un po’.
 
Un tempo scrissi "quasi fosse il mio destino restare solo con i guai". C'entrava una ragazzina mica male, e c'era sotto una chitarra, ma torna sempre buona. Son quasi troppi anni che cerco di inguaiarmi in un libro. Anche in questo caso: si mollano gli ormeggi.
 
La prima stesura vorrei finirla entro il 20 maggio, poi me ne andrò a zonzo per un po'.
Cormac mi fa compagnia.
Ho voglia di fumare, ma non posso. O almeno così mi ripeto per non camminare fino al comò, aprire il primo cassetto, cercarle, prenderne una, infilarla in bocca, e sfinirla.

A volte uno si abitua a pensare a quando farà una determinata cosa, e non la fa mai. JUST DO IT.

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