VITA
(35)
ITALIA
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TALENTO
(22)
SONG
(20)
RIVOLUZIONE
(17)
BOOK
(14)
LE PAGINE MIGLIORI
(10)
POESIA
(10)
TRIP
(10)
PERSONAL
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BOTTEGA DI NARRAZIONE
(6)
LEZIONI d'ITALIA
(5)
READING
(4)
J
(3)
13 settembre 2011
29 giugno 2011
24 giugno 2011
13 giugno 2011
Speciale elezioni / 3 e referendum
Zona Veneto.
Parlando con diversi imprenditori si ha la sensazione che in molti abbiano mollato B.
Oltre alle tasse,
le infrastrutture in avanzato stato di decomposizione,
la giustizia cui meglio non rivolgersi mai speranzosi,
la scuola cui offrono computer e carta,
gli ospedali nuovi e inutilizzati per metà del tempo per favorire il privato-convenzionato,
ora, dopo 16 anni di dominio Lega - FI,
ora anche gli imprenditori (sempre che abbia senso ormai riferirsi all'imprenditore in opposizione al dipendente, dato che ormai il consulente in partita IVA, e dunque imprenditore di se stesso, è il dipendente modello) hanno visto erodersi i margini e la possibilità di pianificare a medio termine,
hanno visto chiudere concorrenti ed amici,
hanno crediti incagliati,
hanno le banche che stringono d'assedio chi è sopravvissuto, arrivando ad addebitare nuove spese ai clienti per rientrare delle loro perdite,
e in fondo non sono nemmeno più tanto sicuri che fare per sé ed evadere qua e la basti a garantire il loro futuro.
In più, molti vedono che i loro stessi figli, che non fanno entrare in aziende pericolanti, non trovano lavoro, o vengono assunti con contratto a progetto, stage, tirocinio gratuito, o sgobbano come praticantati a 200 euro al mese in partita IVA, in attesa di un futuro che tarda a vedersi. Insomma, sognavano di poter tramandare una aziendina ai discendenti, ed invece se li trovano sul gobbo, precari, e ben lontani dal farsi la loro vita. Alcuni si schifano di come i figli sono trattati, di come non abbiano diritti, pur continuando a detestare i sindacati.
Non credono più alle balle mediatiche? Non so, mi piacerebbe, ma non credo.
Forse però ora che il problema-futuro ha varcato la soglia delle villette indipendenti con giardino da 5.000 mq è meno giustificabile con le barzellette su comunisti e fannulloni.
In più, forse, si è finalmente fatta largo l'evidenza che chi ha governato ha quasi solo scelto di favorire le grandi imprese (che sono poi il 4% delle imprese italiane), lasciando indietro tutte le altre ( il 96% delle imprese italiane). Probabilmente perché è quel 4% che ha tempo, soldi e mezzi per foraggiare la politica, oliare i meccanismi, orientare scelte. O forse per inettitudine.
Qualche tempo fa il mantra era: " Se mangiano i grandi, noi, in scia, qualcosa mangeremo". Questo più non è.
Qualche tempo fa il mantra era: " Se mangiano i grandi, noi, in scia, qualcosa mangeremo". Questo più non è.
Quelli sul nucleare e sull’acqua mi sembrano voti in questo senso. Il business sarebbe stato di pochi, enormi gruppi. I costi ed i problemi di tutti.
Fa impressione pensare a quanti siano più di 20 milioni di persone che hanno scelto di votare al referendum. Soprattutto se si pensa che alle elezioni politiche o amministrative i votanti son pochi in più, ed in alcuni comuni anche meno. Se si sono mossi anche gli astensionisti, allora forse tira una nuova aria.
De Magistris e Pisapia, due candidati legati alla legalità. Ora il legittimo impedimento ( “ fatti processare”).
Forse il senso della legalità come possibile minimo comun denominatore necessario alla convivenza civile e prospera?
Alla fine, come in ogni impero che implode, l’atto di strenua difesa del potere ( in questo caso la legge elettorale Porcellum voluta da Lega e FI) che sembrava cristallizzare definitivamente la situazione, nel giro di pochi mesi ha definitivamente corroso il legame elettori- eletti.
Evitare la preferenza, obbligare i nominati a esser sempre fedeli al potere che li candida e non più ( almeno un po’) al territorio che li elegge, sembrava esser il salvacondotto verso l’immunità, verso l’autarchia come sistema e non come deviazione.
E così è stato. Al punto che si è perso il senso della decenza e della dignità delle persone.
Ma, anche, il virus-Porcellum, ha scatenato la risposta, l’anticorpo.
Proprio tagliare i contatti tra elettori ed eletti, rendendo i candidati sempre più impresentabili, sempre più servili, sempre più dei signor-si fungibili e spesso ridicoli, ha involuto il potere in una autoreferenzialità stucchevole e becera, lontana dagli umori, dalle speranze, dalle delusioni della gente che lavora e non si chiava le mignotte d’alto bordo, che ha reagito.
Ora, i servi già rumoreggiano, e ancora non si rivoltano solo per paura della bolla mediatica che potrebbe colpirli. E' in quella scatola a lcd, l'ultima tirannia.
31 maggio 2011
Speciale elezioni /2
Letter from Italy
Basta Bunga Bunga
Have Italians had enough of Silvio Berlusconi—and the culture he embodies?
by Ariel Levy
...
Rubygate, as everyone calls the scandal, has grown progressively more lurid. Two of Berlusconi’s friends, Emilio Fede—the host of the television show “TG4,” which airs on one of the three networks Berlusconi owns—and the entertainment agent Dario (Lele) Mora, are charged with running a prostitution ring to meet the Prime Minister’s elaborate erotic expectations, with help from Nicole Minetti, a twenty-six-year-old former dental hygienist, showgirl, and, possibly, lover of Berlusconi’s. (All three have pleaded not guilty.) For months, the prosecutor’s office in Milan had been wiretapping phones used by Berlusconi and his associates, and the twenty thousand pages of documents pertaining to Rubygate have been leaking out in Italian newspapers. The picture that has emerged is of an aging emperor, surrounded by a harem of nubile women paid to ornament his dinner table, boost his ego, and dance around in their underpants. Berlusconi is Italy’s waning Hugh Hefner, alternately reviled and admired for his loyalty to his own appetites—except that he’s supposed to be running the country.
....
Read more http://www.newyorker.com/reporting/2011/06/06/110606fa_fact_levy#ixzz1NwJKwswK
Basta Bunga Bunga
Have Italians had enough of Silvio Berlusconi—and the culture he embodies?
by Ariel Levy
...
Rubygate, as everyone calls the scandal, has grown progressively more lurid. Two of Berlusconi’s friends, Emilio Fede—the host of the television show “TG4,” which airs on one of the three networks Berlusconi owns—and the entertainment agent Dario (Lele) Mora, are charged with running a prostitution ring to meet the Prime Minister’s elaborate erotic expectations, with help from Nicole Minetti, a twenty-six-year-old former dental hygienist, showgirl, and, possibly, lover of Berlusconi’s. (All three have pleaded not guilty.) For months, the prosecutor’s office in Milan had been wiretapping phones used by Berlusconi and his associates, and the twenty thousand pages of documents pertaining to Rubygate have been leaking out in Italian newspapers. The picture that has emerged is of an aging emperor, surrounded by a harem of nubile women paid to ornament his dinner table, boost his ego, and dance around in their underpants. Berlusconi is Italy’s waning Hugh Hefner, alternately reviled and admired for his loyalty to his own appetites—except that he’s supposed to be running the country.
....
Read more http://www.newyorker.com/reporting/2011/06/06/110606fa_fact_levy#ixzz1NwJKwswK
16 maggio 2011
Speciale Elezioni
Vinceranno tutti,
perderanno gli altri,
poi i mass-media cominceranno a far soffiare un vento forte,
e scurdamoce u passato
03 maggio 2011
02 maggio 2011
Frederic Beigbeder - £ 26.900 (3)
...Vorrei piantare tutto, andarmene con il malloppo, portando con me droga e puttane su una cazzo di isola deserta. (Starei tutto il giorno a menarmi l’uccello guardando Soraya e Tamara farsi ditalini), Ma non ho le palle per dimettermi. Ecco perché scrivo questo libro. Il licenziamento mi permetterà di evadere da questa prigione dorata. Sono nocivo, fermatemi prima che sia troppo tardi, per pietà! Sganciatemi 100 milioni e sparisco, promesso. Cosa ci posso fare se l’umanità ha scelto di sostituire Dio con prodotti di largo consumo?
Sorrido, perché può anche accadere che all’uscita di questo libro, anziché buttarmi fuori a calci in culo, mi rifilino un aumento. Nel mondo che vado a descrivervi, la critica è digerita, l’insolenza incoraggiata, la delazione remunerata, la contesa organizzata. Presto verrà conferito un Nobel per la provocazione e io sarò un candidato difficile da battere. La rivolata far parte del gioco. Le dittature del passato temevano la libertà d’espressione, censuravano la contestazione, rinchiudevano gli scrittori, bruciavano i libri controversi. Nei tempi dei brutti autodafé permettevano di distinguere i buoni dai cattivi. Il totalitarismo pubblicitario è ben più subdolo. È un fascismo che ha imparato la lezione dai fiaschi precedenti (Berlino 1945 e Berlino 1989: ora che ci penso, perché tutte le barbarie sono morte nella stessa città?).
Per ridurre l’umanità in schiavitù, la pubblicità ha scelto la linea morbida, la persuasione. Viviamo nel primo sistema di dominio dell’uomo sull’uomo contro il quale perfino la libertà è impotente. Anzi, questo sistema punta tutto sulla libertà, è questa la sua più grande trovata. Le critiche servono solo a dargli più risalto, i pamphlet a rafforzare l’illusione della sua melliflua tolleranza. Vi sottomettete con eleganza. Tutto è permesso, nessuno viene a malmenarti se fai casino. Il sistema ha raggiunto il suo scopo: anche la disobbedienza è diventata una forma di obbedienza.
I nostri destini stroncati vengono graziosamente impaginati. Proprio voi, che state leggendo questo libro, scommetto che vi dite: “Carino, questo pubblicitario che sputa nel piatto dove mangia, ma dai, su che ci sei dentro quanto gli altri, pagherai i tuoi tributi come tutti”. Non c’è modo di venirne fuori. È tutto sprangato, con il sorriso sulle labbra. Vi bloccano con crediti da rimborsare, mensilità, affitti da pagare. Avete qualche scrupolo? Milioni di disoccupati là fuori aspettano solo che lasciate libero il posto. Potete prendervela finché volete, Churchill ha già dato la risposta, affermando “E’ il sistema peggiore a eccezione di tutti gli altri”. Non ci ha ingannati. Non ha detto il sistema migliore. Ha detto il peggiore.
30 aprile 2011
Frederic Beigbeder - £ 26.900 (2)
...Io interrompo i vostri film per imporre i miei loghi e mi pagano le vacanze a Saint Barth o a Lamu o a Phuker o a Lascabanes (Quercy). Ritrito i miei slogan nei vostri giornali preferiti e mi offrono una casa in Provenza o un castello del Perigord , una villa in Corsica o una masseria in Ardèche, un palazzo in Marocco, un catamarano alle Antille o uno yacht a Saint. Tropez. Io sono dappertutto. Non mi sfuggirete. Dovunque posiate i vostri occhi, troneggia la mia pubblicità. Vi proibisco di annoiarvi. Vi impedisco di pensare. Il terrorismo della novità mi serve a vendere il vuoto. Per stare sulla cresta dell’onda, sotto deve esserci il vuoto ( chiedete ai surfisti di Lacanau o a quelli di internet). Io stabilisco cos’è Vero, cos’è Bello, cos’è Bene. Io scritturo le modelle che vi faranno arrapare fra sei mesi. A forza di stamparle sui manifesti, voi le battezzerete top model; le mie ragazzine metteranno in crisi qualsiasi donna al di sopra dei 14 anni. Voi idolatrate le mie scelte. Quest’inverno bisognerà avere le tette più su delle spalle e la topa spopolata. Più io gioco con il vostro subconscio, più voi mi obbedite. Se osanno uno yogurt sui muri della vostra città, vi garantisco che andrete a comprarvelo. Crederete di possedere il libero arbitrio, ma un giorno o l’altro riconoscerete il mio prodotto negli scaffali di un supermercato e lo acquisterete, così, tanto per assaggiarlo, credetemi, conosco il mio mestiere.
Mmmmm, è bellissimo penetrarvi nel cervello. Godo nel vostro emisfero destro. Il vostro desiderio non vi appartiene più: io vi impongo il mio. Vi proibisco di desiderare a caso. Il vostro desiderio è il risultato di un investimento calcolato in miliardi di euro. Sono io che decido oggi quello che voi vorrete domani.
…Non è assurdo vedere fino a che punto tutti sembrino trovare normale questa situazione? Mi disgustate, miserabili schiavi di ogni mio più piccolo capriccio. Perché mi avete lasciato diventare il Re del mondo? Vorrei svelare questo mistero: come, all’apice di un’epoca cinica, la pubblicità è stata incoronata Imperatrice. Nessun pazzo irresponsabile è mai stato tanto potente da duemila anni a questa parte.
29 aprile 2011
Frederic Beigbeder - £ 26.900 (1)
Tutto è provvisorio: l’amore, l’arte, il pianeta Terra, voi io. La morte è talmente ineluttabile che coglie tutti di sorpresa. Come sapere se questo giorno è l’ultimo? Crediamo sempre di avere tempo. E poi, di colpo, puf, non ci siamo più fine del tempo regolamentare. La morte è l’unico appuntamento sul vostro organizer.
Mi chiamo Octave e mi vesto da APC. Sono un pubblicitario: ebbene si, inquino l’universo. Io sono quello che vi vende tutta quella merda. Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. Cielo sempre blu, ragazze sempre belle, una felicità perfetta, ritoccata con Photoshop. Immagini leccate, musiche nel vento. Quando, a forza di risparmi, voi riuscirete a pagarvi l’auto dei vostri sogni, quella che ho lanciato nella mia ultima campagna, io l’avrò già fatta passare di moda. Sarò già tre tendenze più avanti riuscendo così a farvi sentire sempre insoddisfatti. Il Glamour è il paese dove non si arriva mai. Io vi drogo di novità e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C’è sempre una novità più nuova che fa invecchiare la precedente. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma.
La vostra sofferenza dopa il commercio. Nel nostro gergo l’abbiamo battezzata “frustrazione post-acquisto”. Non potete stare senza un prodotto, ma non appena lo possedete, dovete averne un altro. L’edonismo non è un umanismo: è un cash-flow. Il suo motto? “Spendo dunque sono”. Ma per creare bisogni si devono stimolare la gelosia, il dolore, l’insoddisfazione; sono queste le mie munizioni. E il mio bersaglio siete voi.
Passo la vita a mentirvi e vengo lautamente ricompensato. Guadagno 13.000 euro al mese (senza contare la nota spese, auto di servizio, stock-option e golden share). L’euro è stato inventato per rendere di tre zeri meno indecenti i salari dei ricchi. Ne conoscete molti che guadagnino 13.000 euro al mese alla mia età? Io vi strumentalizzo e in cambio mi rifilano la nuova Mercedes SLK…
24 aprile 2011
Smanicate furiose: Hallowed be thy name - FUORI TUTTO!
Sia Santificato Il Tuo Nome
Io attendo nella mia fredda cella quando la campana comincia a rintoccare
Riflettendo la mia vita passata e non c’è molto tempo
Alle 5 in punto loro m portano al patibolo
La sabbia del tempo per me sta correndo lentamente
Sta correndo lentamente
Quando il prete viene a leggermi gli ultimi riti
Io do uno sguardo attraverso le sbarre verso l’ultima vista
Di un mondo che per me è molto sbagliato
Può essere lì come una sorta di errore
Difficile fermare il sormontante terrore (il sormontare del terrore)
È realmente la fine non qualche pazzo sogno
Qualcuno per favore mi dica che sto sognando
Non è così facile fermare il grido
Io provo a parlare ma le parole mi sfuggono
Verso lacrime ma perché sto piangendo?
Dopo tutto io non ho paura di morire
Non credo che questa sia mai una fine
Mentre le guardie mi portano fuori nel cortile
Qualcuno mi chiama da una cella “Dio sia con te!”
Se c’è un Dio allora perché mi lascia morire?
Mentre cammino tutta la mia vita mi precede (si trascina innanzi a me)
E sebbene la fine sia vicina io non mi scuso
Acchiappola mia anima che vorrebbe volar via
Correggo (marchio, firmo) le mie parole mi piacerebbe credere che la mia anima viva
Per cortesia non preoccuparti ora che devo andare
Io devo andare al di là (oltre) per vedere la verità
Quando sai che il tuo tempo è chiuso nella mano
Forse allora inizierai a capire
Sotto sotto la vita è proprio una strana illusione
Ye! Yey! Yeah!
Sia santificato il tuo nome!
Ye! Yey! Yeah!
Sia santificato il tuo nome!
22 aprile 2011
20 aprile 2011
14 aprile 2011
12 aprile 2011
La verità su Kerry e ciò che resta di noi - Olive Kitteridge di Elizabeth Strout
tratto da Olive Kitteridge di Elizabeth Strout
Non è più una bella giornata di aprile. Il vento da nord-est che soffia contro il fianco della casa di Bonnie ha portato con sè le nuvole, ed ora un cielo grigio come a Novembre incombe sulla baia e sui cupi scogli frustati incessantemente dall'acqua, che fa turbinare le acque lasciandole sospese in ciocche aggrovigliate sui massi più alti. Lontano, fino alla punta, la costa rocciosa appare spoglia come se fosse inverno, e solo i pini e i sottili abeti sono ammantati di verde scuro, perchè è di gran lunga troppo presto perchè spuntino le foglie; anche vicino alla casa la forstizia ha solo i boccioli.
Mentre cerca Marlene, Olive Kitteridge calpesta...
11 aprile 2011
07 aprile 2011
06 aprile 2011
Il conto - conversazioni surreali
Ti siedi ad un tavolino qualsiasi, a goderti le prime luci soffuse che annunciano la sera, l'aria tiepida, il libro nuovo che hai aspettato tutto il giorno di poter iniziare.
Ordini un aperitivo sobrio, ma denso.
Il traffico è lontano, e comunque lento, stanco.
Le mura antiche ti guardano da una trentina di metri. Giorgione ti da quasi le spalle, bianche spalle, marmoree spalle.
Loro arrivano quando i tuoi occhi sono al punto a capo, penultima riga in fondo pagina.
Giovani. Molto giovani. Insicure. Atteggiate. Una dietro l'altra si siedono al tavolino a fianco del tuo.
La leader, una ragazzina magra e ben curata come se ne vedono mille, si siede spalle alla piazza ed a favore dei portici ove qualcuno la può scorgere, e salutare, e lei può fare altrettanto, e bearsi della sua fresca maturità raggiunta. La chiamerò Suamagrezza.
A lei si associa l'altra, grassottella, riccioluta, con negli occhi l'ansia di inseguire le perfezioni artificiali che attraverso le sue compagne la sfiorano, ma non l'attraversano. La chiamerò Cespugliorozzo, in omaggio ai suoi capelli.
Hanno tutta la vita per trovare forma, bellezza, tranquillità. Lo sai, hai ascoltato centinaia di amiche come loro, ai tuoi tempi, che tutti scartavano e che poi sono fiorite. Va bene così.
Allora leggi. Ogni tanto ti fermi, ti guardi intorno, stai pur sempre attendendo la beata compagnia di una persona a te gradita. Allora la loro voce, accompagnato dal fumo delle appena accese sigarette, ti raggiunge.
Arriva il cameriere.
Suamagrezza - tu cosa ordini?
Cespugliorozzo - non so, tu? ( inseguendo)
Suamagrezza - Guarda, io qualcosa di analcolico. ( sfibrata)
Cespugliorozzo - beh, si potrebbe. ( indecisa oltre il limite umano)
Suamagrezza- Non so, non reggo più l'alcol. Non reggo più l'alcol da quando ho preso la patente.
Cespugliorozzo - sarà l'età.
Suamagrezza - eh, prima invece...
Cespugliorozzo - ma è difficile prendere la patente?
Ma prima de che? ti dici prima di tornare al tuo libro.
Dopo un po' guardi l'ora, chiedendoti come mai questo strano ritardo.
Suamagrezza - Guarda, non so cos'abbia mio padre.
Cespugliorozzo - Cosa?
Suamgrezza - ha tutta sta fissa per le crociere.
Cespugliorozzo- che figo! ( inseguendo l'irraggiungibile)
Suamagrezza - Si, ma non sai cosa ha combinato l'ultima volta che è andato.
Cespugliorozzo - Cosa? ( curiosità indifendibile e coatta)
Suamagrezza- S'è comrpato tutte le robe di Prada, ha la fissa di Prada, e quando è tornato ha buttato via tutto.
Cespugliorozzo- che pazzo.
Ti allontani un po', trascini il tavolino sul pavè, la sedia e tutto.
Bevi. Non hai lo stomaco per digerire certe tristezze, lo sai.
Ma loro continuano.
Cespugliorozzo- devo studiare, domani c'è compito in classe.
Suamagrezza - e come sei messa?
Cespugliorozzo - ne so zero.
Suamagrezza - Ieri mentre guardavo l'isola mi son fatta tradurre da un amico un testo di inglese. Che delusione l'Isola. Mandavo sti sms e lui mi rispondeva subito subito. ( lasciando trapelare che lui ne vorrebbe a mille da lei ma lei non si concederà mai)
Cespugliorozzo- beh, potresti darmi il numero del tuo amico, così gli invio le domande del compito, domani. ( finto speranzosa)
Suamagrezza- E come va a scuola?( non darà mai un numero a nessuno)
Cespugliorozzo - Il primo Quadri un disastro, avevo 5 materie sotto.
Suamagrezza - E adesso ( con la voce di chi ha solo sette e otto)?
Cespugliorozzo - sono migliorata.
Suamagrezza - cioè?
Cespugliorozzo - Per dirti, prima avevo matematica con il 3. ( non mi chiedere altro, ti prego)
Suamagrezza - e adesso?
Cespugliorozzo - Adesso ce l'ho con il 4.
Ti concentri con tutte le forze sul tuo libro. Non resta altro da fare.
Ma non tacciono.
Suamagrezza- stase potremmo uscire con i ragazzi.
Cespugliorozzo - magari
Suamagrezza- c'è un fico, un tipo proprio fico.
Cespugliorozzo - bello.
Suamagrezza - Si chiama Marco
Cespugliorozzo - Non ci posso credere!! Marco è il mio nome preferito. io scrivo Marco dappertutto...
Allora non ti resta altro che ammettere a te stesso che tipe così non le avevi consolate mai, ai tuoi tempi, e che la questione insicurezza-età-maturazione- non spiega mica il vuoto che senti agitarsi intorno, e allontanarti in fretta, chiudere il libro, alzarti, cercare il cameriere, e dire le fatidiche parole:
Il conto.
Ordini un aperitivo sobrio, ma denso.
Il traffico è lontano, e comunque lento, stanco.
Le mura antiche ti guardano da una trentina di metri. Giorgione ti da quasi le spalle, bianche spalle, marmoree spalle.
Loro arrivano quando i tuoi occhi sono al punto a capo, penultima riga in fondo pagina.
Giovani. Molto giovani. Insicure. Atteggiate. Una dietro l'altra si siedono al tavolino a fianco del tuo.
La leader, una ragazzina magra e ben curata come se ne vedono mille, si siede spalle alla piazza ed a favore dei portici ove qualcuno la può scorgere, e salutare, e lei può fare altrettanto, e bearsi della sua fresca maturità raggiunta. La chiamerò Suamagrezza.
A lei si associa l'altra, grassottella, riccioluta, con negli occhi l'ansia di inseguire le perfezioni artificiali che attraverso le sue compagne la sfiorano, ma non l'attraversano. La chiamerò Cespugliorozzo, in omaggio ai suoi capelli.
Hanno tutta la vita per trovare forma, bellezza, tranquillità. Lo sai, hai ascoltato centinaia di amiche come loro, ai tuoi tempi, che tutti scartavano e che poi sono fiorite. Va bene così.
Allora leggi. Ogni tanto ti fermi, ti guardi intorno, stai pur sempre attendendo la beata compagnia di una persona a te gradita. Allora la loro voce, accompagnato dal fumo delle appena accese sigarette, ti raggiunge.
Arriva il cameriere.
Suamagrezza - tu cosa ordini?
Cespugliorozzo - non so, tu? ( inseguendo)
Suamagrezza - Guarda, io qualcosa di analcolico. ( sfibrata)
Cespugliorozzo - beh, si potrebbe. ( indecisa oltre il limite umano)
Suamagrezza- Non so, non reggo più l'alcol. Non reggo più l'alcol da quando ho preso la patente.
Cespugliorozzo - sarà l'età.
Suamagrezza - eh, prima invece...
Cespugliorozzo - ma è difficile prendere la patente?
Ma prima de che? ti dici prima di tornare al tuo libro.
Dopo un po' guardi l'ora, chiedendoti come mai questo strano ritardo.
Suamagrezza - Guarda, non so cos'abbia mio padre.
Cespugliorozzo - Cosa?
Suamgrezza - ha tutta sta fissa per le crociere.
Cespugliorozzo- che figo! ( inseguendo l'irraggiungibile)
Suamagrezza - Si, ma non sai cosa ha combinato l'ultima volta che è andato.
Cespugliorozzo - Cosa? ( curiosità indifendibile e coatta)
Suamagrezza- S'è comrpato tutte le robe di Prada, ha la fissa di Prada, e quando è tornato ha buttato via tutto.
Cespugliorozzo- che pazzo.
Ti allontani un po', trascini il tavolino sul pavè, la sedia e tutto.
Bevi. Non hai lo stomaco per digerire certe tristezze, lo sai.
Ma loro continuano.
Cespugliorozzo- devo studiare, domani c'è compito in classe.
Suamagrezza - e come sei messa?
Cespugliorozzo - ne so zero.
Suamagrezza - Ieri mentre guardavo l'isola mi son fatta tradurre da un amico un testo di inglese. Che delusione l'Isola. Mandavo sti sms e lui mi rispondeva subito subito. ( lasciando trapelare che lui ne vorrebbe a mille da lei ma lei non si concederà mai)
Cespugliorozzo- beh, potresti darmi il numero del tuo amico, così gli invio le domande del compito, domani. ( finto speranzosa)
Suamagrezza- E come va a scuola?( non darà mai un numero a nessuno)
Cespugliorozzo - Il primo Quadri un disastro, avevo 5 materie sotto.
Suamagrezza - E adesso ( con la voce di chi ha solo sette e otto)?
Cespugliorozzo - sono migliorata.
Suamagrezza - cioè?
Cespugliorozzo - Per dirti, prima avevo matematica con il 3. ( non mi chiedere altro, ti prego)
Suamagrezza - e adesso?
Cespugliorozzo - Adesso ce l'ho con il 4.
Ti concentri con tutte le forze sul tuo libro. Non resta altro da fare.
Ma non tacciono.
Suamagrezza- stase potremmo uscire con i ragazzi.
Cespugliorozzo - magari
Suamagrezza- c'è un fico, un tipo proprio fico.
Cespugliorozzo - bello.
Suamagrezza - Si chiama Marco
Cespugliorozzo - Non ci posso credere!! Marco è il mio nome preferito. io scrivo Marco dappertutto...
Allora non ti resta altro che ammettere a te stesso che tipe così non le avevi consolate mai, ai tuoi tempi, e che la questione insicurezza-età-maturazione- non spiega mica il vuoto che senti agitarsi intorno, e allontanarti in fretta, chiudere il libro, alzarti, cercare il cameriere, e dire le fatidiche parole:
Il conto.
31 marzo 2011
He's back!!
Ho fatto un patto sai,
con le mie emozioni,
le lascio vivere e loro
non mi fanno fuori
Non sarà Nessun pericolo per te, non sarà Vado al Massimo, nè Gli spari sopra, nè Bollicine, nè C'è chi dice no, ma Lui è tornato,
e,
tra le pieghe di una lingua icastica e di un testo un po' tirato via, sintetico e semplice, solo a tratti immediato e significante allo stesso tempo,
tra i nascondimenti facili del cantato che segue la melodia e non la taglia con un testo autosufficiente, forte, finendo per stirare le parole pur di chiudere le strofe, come da un grande cantautore come lui non vorresti,
tra la monotematicità un po' asfittica dei testi, io e te te e io, la donna che si fa scopare e l'uomo che la possiede come vorrebbe,
tra tutto questo qualche buona chicca si trova, eccome.
E comunque, a volte, basta un po' di sole, e la sua voce, e qualche graffio dei suoi, e gli perdoni tutto, perchè poi Lui è Lui.
Un po' accartocciato forse, come spiace sentirlo, non proprio bello ritto in piedi a rivendicarsi al mondo, non più, ma è sempre Lui, anche molte battaglie dopo, forse proprio a causa delle battaglie passate.
In fondo, anche le involuzioni degli Artisti, se oneste, sono sempre Rock.
30 marzo 2011
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